Il diamante ha innanzitutto un valore simbolico per chi lo regala e chi lo riceve, …è per sempre!
Tuttavia è determinante che sia bello.
Il fattore che contribuisce più oggettivamente alla bellezza di un diamante è la qualità del taglio , delle proporzioni e la lucidatura , vale a dire proprio quei fattori qualitativi legati all’intervento dell’uomo. Un diamante con un taglio eccezionale , di qualsiasi dimensione , colore o purezza non potrà che emozionare con quell’effetto magico dovuto al modo in cui riflette la luce in mille direzioni.
Il colore più apprezzato è il bianco , ma nella scala da D a G le differenze sono rilevabili solo avendo 2 pietre a confronto diretto , quindi i più esigenti saranno soddisfatti con un colore da G a salire. I colori H – I – J , contengono lievissime e lievi sfumature di giallo , da K a scendere fino a Z il giallo si và a notare ed il valore diminuisce sensibilmente.
La purezza a partire da SI ( Small Inclusion – Piccola Inclusione ) fino a FL ( Flawless - Pura ) , non influisce sulla vista a occhio nudo quindi questa scelta è più legata ad un fattore economico che estetico , infatti pur non essendo rilevabile ad occhio nudo una differenza estetica il valore cambia enormemente.
Infine la dimensione , la grandezza, è sinonimo di valore percepito immediato , quindi in genere si vorrebbe acquistare una pietra più grande possibile ma questo è molto rischioso per la tasca. Il giusto compromesso può essere ( privileggiando sempre il taglio assolutamente) , accettare una purezza meno alta puchè superiore a SI , ed un colore a partire da G per i più pignoli o anche da J per chi preferisse privilegiare la dimensione in cambio di una impercettibile sfumatura di giallo.